La Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli
La biblioteca nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli (già Reale biblioteca borbonica) è una biblioteca pubblica statale che ha sede presso il Palazzo reale, in piazza del Plebiscito. La biblioteca, inaugurata il 17 maggio 1927, occupa i primi tre piani dell’ala nord est dell’edificio realizzato da Domenico Fontana nel XVII secolo e continuato da Vanvitelli. Quest’area, in cui si trovavano gli appartamenti dei Reali Principi, fu ristrutturata dall’architetto Gaetano Genovese a seguito dell’incendio del 1837, che la trasformò nell’Appartamento delle Feste.
La biblioteca nazionale “Vittorio Emanuele III” amministrativamente è una biblioteca pubblica statale dipendente dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo. Dopo le nazionali centrali di Roma e Firenze alle quali in futuro dedicheremo ampio spazio anche con curiosità particolari, si può considerare la terza più grande biblioteca italiana. Il suo patrimonio comprende due milioni di volumi, circa 20.000 manoscritti, più di 8.000 periodici, 4.500 incunaboli e 1.800 papiri ercolanensi.
La sua sede è come capite un posto incantevole e unico a Napoli: i lettori dal libro possono direttamente passare alla vista sul mare…
Pensate che l’odierna Sala di Lettura, oggi allestita con armadi in noce ed oro, era il grande Salone da ballo dei Borboni che costituiva con le sale attigue i Saloni delle feste dei regnanti.
Istituita alla fine del XVIII secolo nella sede del Palazzo degli Studi, oggi sede del Museo Archeologico, metteva insieme inizialmente le raccolte librarie provenienti dalle biblioteche Farnesiana e Palatina fino a quel momento conservate nella Reggia di Capodimonte. A questa base di capitale librario si aggiunsero ben presto anche i fondi provenienti dalla biblioteca dei gesuiti e i volumi della biblioteca cartesiana del principe di Tarsia. Agli inizi dell’Ottocento furono incorporate le raccolte librarie dei monasteri soppressi della certosa di San Martino, del monastero benedettino dei Santi Severino e Sossio e di San Giovanni a Carbonara. Aperta al pubblico il 13 gennaio 1804 con il nome di Reale Biblioteca di Napoli, trasformato nel 1816 in Reale Biblioteca Borbonica, assunse nel 1860, ancor prima della conclamazione dell’Unità, il nome di Biblioteca Nazionale e ricevette un suo regolamento nel 1861. Tra le donazioni ricordiamo quella del conte Lucchesi Palli, che nel 1888 destinò alla Nazionale di Napoli la propria biblioteca, ma in particolare l’archivio musicale, che per la tradizione della città fu percepito subito come molto importante.
Da sottolineare inoltre che agli inizi del Novecento, dopo una contorta controversia giudiziaria, entrarono a far parte delle collezioni numerosi manoscritti autografi di Giacomo Leopardi custoditi dopo la sua morte dall’amico Antonio Ranieri, il quale li destinò alla biblioteca per lascito testamentario. Il fondo leopardiano si è inoltre aggiunta recentemente di una lettera autografa del poeta indirizzata all’amico Carlo Emanuele Muzzarellie.
Nel 1910, la biblioteca fu arricchita inoltre con l’Officina dei papiri ercolanesi, raccolta istituita da Carlo di Borbone per custodire i papiri ritrovati negli anni 1752-1754 durante gli scavi della città vesuviana. La esclusiva biblioteca ritrovata nell’antica Ercolano, contenente l’opera di Epicuro “Sulla natura”, costituisce il fondo librario più antico posseduto dalle biblioteche italiane e straniere. Insomma tante perle in un solo scrigno!
A causa della continua affluenza di nuove raccolte, bisognava trovare una sede più grande; solo al termine della prima guerra mondiale, con la concessione del re allo Stato dei suoi palazzi reali, si decise di trasferire la Biblioteca all’interno del Palazzo Reale, anche grazie all’intervento di Benedetto Croce, allora Ministro dell’Istruzione Pubblica. Della Biblioteca personale di Croce parleremo un’altra volta…
La nuova sede, intitolata, come abbiamo già detto, a Vittorio Emanuele III, fu inaugurata il 17 maggio 1927 e riaperta al pubblico meno di un mese dopo. Nel 1932 cominciò a ricevere una copia delle opere pubblicate nella provincia di Napoli per diritto di stampa.
Durante la seconda guerra mondiale, per salvaguardare il patrimonio della biblioteca dai danni causati dalla guerra, i materiali più rari e preziosi furono trasferiti in località dell’entroterra, per iniziativa della direttrice Guerriera Guerrieri. Ricordiamo inoltre che dopo la seconda guerra mondiale la biblioteca si arricchì di altre due importanti raccolte: il fondo Palatino e la biblioteca privata di Elena d’Aosta. Nel 1957 furono aperte al pubblico le nuove sale di consultazione, la Sezione Napoletana, la Sezione Periodici e la Sala Croce. Nel 1980, a causa del terremoto dell’Irpinia, un’ala dell’edificio venne seriamente danneggiata; fu quindi necessario trasferire il materiale librario in altre parti dell’edificio. Tra le donazioni più recenti si ricordano il Fondo Doria e il Fondo Pontieri. Nel 1990 la Biblioteca ha aderito al Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), progetto finalizzato alla realizzazione di una rete automatizzata di biblioteche, per lo scambio delle informazioni bibliografiche e per la circolazione dei documenti. Presso i suoi locali è istallato il Centro Elaborazione Dati cui sono già collegate molte biblioteche dell’area meridionale.
Tra le varie e preziose sezioni che la compongono vogliamo soffermarci sulla Sezione Napoletana che fu costituita all’inizio degli anni Settanta e collocata oltre il Salone di lettura, in tre sale che si affacciano sui giardini del Palazzo Reale. Un posto bellissimo. Qui sono conservati i documenti e le raccolte bibliografiche e iconografiche riguardanti la cultura e la storia della città di Napoli e del Mezzogiorno (comprende anche la Biblioteca Calabra e la Collezione Basilicatese). La Sezione Napoletana ospita la Raccolta Zangari e la Raccolta Notarianno, donate dagli omonimi proprietari, le raccolte speciali Fondo Piccirillo (ricco di stampe, fotografie, miscellanee musicali a stampa) e la Collezione Vulcanologica, preziosa per gli studi sulla storia, la morfologia e le eruzioni vulcaniche del Vesuvio, dell’Etna e di altri vulcani. Inoltre vogliamo ricordare la Sezione Venezuelana, intitolata a Simon Bolivar, aperta al pubblico il 21 giugno 2000 con una bellissima manifestazione culturale sul tema I libri venezuelani a Napoli. Conta circa 4.000 volumi e 100 periodici di diversi argomenti: scientifici, umanistici, storici, politici, giuridici, economici, sociali e culturali.
Tra i fondi ci limitiamo a ricordare il Fondo librario Soggettività Femminile creato nel 1991, grazie ad un gruppo di donne della Biblioteca Nazionale di Napoli, per approfondire la ricerca del sapere di genere all’interno del proprio luogo di lavoro e quindi recuperare documenti che introducessero il pensiero sulla differenza sessuale all’interno della propria istituzione. Il fondo vuole testimoniare il pensiero sulla differenza nel suo excursus storico, tenendo conto che i libri che si stavano per acquisire erano integrati nella grande raccolta storica della Biblioteca Nazionale di Napoli. Si propone inoltre di offrire all’utenza strumenti documentari e bibliografici aggiornati tramite un’attenta consultazione di cataloghi editoriali, periodici specializzati e recensioni attinenti. Non a caso nell’Università di Napoli vi sono molti corsi e studi in questo senso. Il fondo via via si è arricchito di numerosi doni ricevuti grazie a studiose, impegnate in altri ambiti lavorativi, con cui il gruppo si mette in relazione per dar vita a laboratori di lettura, creare incontri con le autrici e presentazione di libri, banche bio-bibliografiche, che costituiscono un archivio in continuo sviluppo.
Il Fondo è continuamente accresciuto grazie ad opuscoli, tesi di laurea, periodici, doni e libri per il solito deposito legale.
La Biblioteca Nazionale di Napoli negli anni ha puntato alla valorizzazione dei cospicui e preziosi fondi manoscritti e a stampa attraverso un’intensa attività espositiva e portato avanti un fitto programma di incontri, presentazioni, seminari, tavole rotonde, convegni, costantemente operando in rapporto sinergico con gli altri istituti culturali della regione, con gli Enti politici territoriali, con il mondo della scuola e con quello universitario, con le rappresentanze politico-culturali straniere. La maggior parte degli eventi ed iniziative si svolge nella splendida Sala Rari dal soffitto decorato con stucchi dorati.
Quando si potrà di nuovo viaggiare e le biblioteche saranno riaperte (e continuiamo a chiederci perché gli affollati mercati sì e le biblioteche, i cinema e i teatri no), vi suggeriamo di visitarla… per adesso qualche foto!!!
Per saperne di più: http://www.bnnonline.it