Biblioteca universitaria al Monastero di San Nicolò l’Arena
All’interno dell’ex monastero dei Benedettini di San Nicolò l’Arena oltre alla Biblioteca civica ricca di tesori inestimabili tra i quali una delle cinque Bibbie, sembra, più belle del mondo, è possibile visitare la biblioteca universitaria: pensando a quegli studenti che hanno la fortuna di trascorre in quel posto magico e unico nel suo genere, abbiamo deciso di raccontarvi questa parte di questo splendida storia.
L’edificio, che è obbligatorio vedere per chi visita Catania, nasce nella seconda metà del Cinquecento ma le vicende che attraversano la sua storia sono tante e tutte hanno lasciato molti segni, visibili nello stato architettonico del grande complesso. Dall’eruzione dell’Etna del 1669 al terremoto del 1793 ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, tutto ha lasciato un segno nel monastero che può essere preso ad esempio e filo conduttore della storia della città.
Dichiarato monumento nazionale con regio decreto del 15 agosto 1869, il monastero nel 2002 viene inserito nell’elenco del patrimonio mondiale dell’UNESCO come “gioiello del tardo-barocco siciliano” facente parte all’itinerario del “tardo-barocco siciliano del Val di Noto” e nel 2008 la Regione Siciliana dichiara di “importante interesse artistico” il progetto guida riguardante la ristrutturazione del complesso dei Benedettini a Catania affidata al noto architetto Giancarlo De Carlo. Oggi è sede del DISUM – Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania.
Volendosi concentrare sulla biblioteca universitaria che è veramente unica nel suo genere, e una fortuna degli studenti dell’università catanesi, ecco qui un po’ di informazioni: la biblioteca universitaria è stata ricavata negli immensi sotterranei del monastero dove, oltre ai resti delle fondazioni cinquecentesche, si possono ammirare, nella Emeroteca, i mosaici di un’antica domus romana risalente al II secolo d.C., tra cui uno in pregiato opus sectile, rinvenuti durante gli scavi negli anni ottanta, riportati alla luce e restaurati. In particolare, è stata rinvenuta una sezione di mosaico in opus tessellatum appartenente al Peristilio della domus e un Triclinio appartenente probabilmente ad un’altra domus risalenti al II secolo a.C. Il vano che ospita il triclinio è denominato “la stanza della tavola imbandita”: le pareti infatti presentano un affresco risalente al I secolo d.C. che raffigura chiaramente un drappeggio per ornare la tavola.
Gli studenti possono vivere comodamente gli ambienti della biblioteca e dell’emeroteca grazie anche ad un ponte sospeso sopra l’area archeologica che funge da corridoio e a tutto un sistema di corridoi aerei che permettono di utilizzare spazi diversi e impensabili. Il ponte si trova sospeso grazie ad un sistema di tiranti in acciaio che spingono tutti i pesi sulle pareti cosicché non vi sono pilastri che intacchino i mosaici romani e il sistema è assolutamente non invasivo. Il seminterrato utilizzato per anni come magazzino, durante la seconda guerra mondiale fu usato come rifugio antiaereo; soltanto con i lavori di recupero dell’università negli anni novanta emersero i resti archeologici sotto il pavimento del piano cantinato.
Centro pulsante dell’edificio, attuale sede del dipartimento di Scienze umanistiche, può essere vissuta dagli studenti grazie alla ristrutturazione intelligente e appassionata di Giancarlo De Carlo che ci ha lavorato per vent’anni. L’edificio e la biblioteca possono essere visitati dai turisti grazie ad una serie di guide, preparatissime, che su appuntamento ti raccontano la storia del luogo, che è poi la storia della città, e te ne mostrano tutte le ricchezze e curiosità.
Un posto magico ricco di storia e orgoglio per i catanesi e l’umanità.
A cura della Redazione