84, Charing Cross Road
Di Giorgio Chinnici
Ogni volta che vado a Londra ho i miei appuntamenti fissi. Certo: i grandi parchi, le stazioni ferroviarie, gli incantevoli musei, i ponti sul Tamigi, i quartieri vecchi e nuovi che formano i variegati tasselli del multiforme, incredibile mosaico che è questa metropoli. L’appuntamento preferito e ineludibile, però, è quello con le librerie, perché lo stretto legame tra Londra e il libro è come se rispecchiasse quella storia d’amore che con il libro ho avuto fin da piccolo. Tra i tanti possibili percorsi libreschi ve ne voglio proporre uno in particolare.
Uscendo dal British Museum potete arrivare subito in Gower Street. Qui, nei pressi del University College of London, c’è una delle numerose librerie Waterstones, una delle più belle, fornite e giustamente famose. Occupa i quattro piani, più il piano interrato, dello storico edificio neogotico progettato dall’architetto vittoriano Charles Fitzroy Doll. Spesso la caffetteria nelle grandi librerie londinesi è all’ultimo piano, qui invece è a pianoterra all’angolo della strada: sempre piena di studenti, si chiama Dillons Coffee. Fino al 1999, quando fu acquisita da Waterstones, la libreria infatti era la celebre Dillons, fondata da una di quelle persone straordinarie che hanno fatto coincidere la propria vita con la passione per i libri: Agnes Joseph Madeline Dillon (1903-1993), più nota come Una Dillon.
Più o meno parallela a Gower Street scorre una delle grandi arterie della città, Tottenham Court Road, percorrendo la quale in direzione sud (verso il Tamigi, cioè) giungete in una strada che è indissolubilmente legata al libro, al punto che addirittura del libro è quasi sinonimo: Charing Cross Road. Storicamente popolata, con i suoi immediati paraggi, di piccole librerie specialistiche, antiquarie e dell’usato, la strada è famosa per via del romanzo della scrittrice americana Helene Hanff del 1970 “84, Charing Cross Road”, da cui nel 1987 fu tratto l’omonimo film con Anne Bancroft e Anthony Hopkins. Adesso al n. 84 c’è solo una targa commemorativa, ma è qui che proprio fino al 1970 effettivamente si trovava la libreria antiquaria Marks & Co. che ha ispirato la vicenda del libro e del film. La storia narra del ventennale rapporto epistolare tra l’autrice e il librario, da New York al celebre indirizzo londinese. Iniziato nell’immediato dopoguerra dalla Hanff alla ricerca di un testo che non trovava nella sua città, il carteggio diventa una grande amicizia e una commovente ode all’amore per il libro.
In Charing Cross Road c’è però anche un’altra tappa, che mai ho mancato nelle mie visite londinesi, fin dalla prima ormai più di trent’anni fa: l’iconica grande libreria Foyles. Negli otto mezzanini e tra le decine di migliaia di libri di questo autentico paradiso per i “bookworm” come me potete trascorre ore, come io tante volte ho fatto.
La “strada dei libri” sfocia in Trafalgar Square. Le imperdibili attrazioni della National Gallery e della National Portait Gallery (quest’ultima recentemente riaperta dopo un lungo restauro) riservatele però per un giro dedicato. Adesso invece, dopo che avete goduto della vista della piazza seduti sui gradini di St. Martin in the Fields passate da Waterstones Trafalgar Square che sta proprio di fronte. Poi dirigetevi verso Piccadilly Circus e imboccate Piccadilly, anche questa una grande arteria che curiosamente si chiama semplicemente così, senza “street”, “road” o simili.
In Piccadilly trovate due gioielli assoluti, entrambi sulla sinistra venendo dal Circus e a pochi metri uno dall’altro. Il primo è Waterstones Piccadilly, la più grande libreria d’Europa. Se nel frattempo si è fatta ora di pranzo, per uno spuntino potete andare subito alla caffetteria dell’ultimo piano, per poi spulciarvi con calma i cinque vasti piani più un mezzanino e soffermarvi nei vostri reparti di interesse. Inutile dire che quello della “popular science” è uno dei miei preferiti.
L’altro gioiello è Hatchards, che per l’amante dei libri è anche una gioia dello sguardo. Aperta più di duecento anni fa, è considerata la più antica libreria del Regno Unito. Preferita da scrittori come Oscar Wilde e dalla famiglia reale che l’ha onorata di uno stemma orgogliosamente mostrato all’ingresso: “By Appointment to Her Majesty the Queen”. Il giro di scale, corridoi, salette è imperdibile.
Grazie per avermi accompagnato. Io adesso devo andare: ho il problema, come sempre, di far entrare in valigia i libri che ho comprato in questo giro.