Una vita diversa, un mondo diverso, un libro nuovo e qualcosa di più…
di Mauro Morellini
Credo che siamo tutti consapevoli del fatto che, una volta che ci saremo finalmente lasciati alle spalle la pandemia, le nostre vite non torneranno a essere esattamente quelle di prima.
La storia del mondo, come la vita delle persone, è un costante flusso in perenne cambiamento. Ma se solitamente questi cambiamenti sono impercettibili nel breve periodo, così come ci rendiamo conto della crescita di un bambino solo se lo rivediamo dopo qualche tempo, l’effetto della pandemia è stato di accelerare mutazioni probabilmente già in corso, ma che avrebbero avuto un passo più lento.
Saranno almeno vent’anni che si parla dei benefici effetti dello smart working sulla vita delle persone, e sulla salute del pianeta. Eppure, c’è stato bisogno di un cataclisma per farlo entrare nella quotidianità delle aziende e nella testa di lavoratori e imprenditori.
Così è avvenuto per la fruizione dei contenuti digitale, come pure per l’annullamento delle distanze oggi reso possibile dalle nuove tecnologie. Anche prima del 2020 sarebbe stato possibile svolgere una riunione di capi di Stato seduti alla loro scrivania, o ordinare la spesa senza uscire di casa per settimane. Ma solo è diventata cosa quotidiana, ordinaria, nella vita di tutti, o quasi.
Già a metà degli anni Novanta Umberto Eco, con la sua Encyclomedia, partorì l’idea di un sapere trasversale, che grazie all’ipertestualità del digitale (allora con il CD-ROM) ci trasportava da un evento storico alla sua raffigurazione artistica, con un utilizzo dei contenuti multimediali alla stregua di quelli multimediali. Ciononostante, si è conservata pressoché intaccata la divisione tra utilizzo di contenuti digitali ed editoria “tradizionale”, arroccata intorno alla forma libro, difendendone una presunta nobiltà e superiorità.
Per parte mia da anni sono convinto che la materia prima dell’editore siano i contenuti, e il mestiere la sua capacità di valorizzarli, attraverso selezione e organizzazione – esattamente come un produttore di formaggio di fossa produce un presidio gastronomico partendo da semplice latte.
L’utilizzo della stampa a caratteri mobili, rivoluzionaria novità tecnologica nel XV secolo, consentì una diffusione del sapere che ebbe effetti sconvolgenti, dalla Riforma protestante alla schiacciante vittoria di Pizarro sugli Incas. In un mondo dove l’informazione e l’intrattenimento viaggiano sempre più in forme digitali, l’editore “tradizionale” può scegliere se arroccarsi in una difesa del libro in quanto oggetto “puro”, o sfruttare le nuove tecnologie proprio per rafforzare il prodotto che è abituato a realizzare e padroneggiare.
Da editore librario, continuo a pensare un’opera in formato libro. Ma non posso non tenere presente, da una parte, le nuove modalità di utilizzo dell’informazione, dall’altra il valore aggiunto di contenuti visuali o sonori, non traducibili in parole.
Così, su una guida turistica, un conto è raccontare a parole il canto polifonico georgiano, in termini probabilmente comprensibili solo agli addetti ai lavori; altra cosa è farlo ascoltare attraverso una playlist di brani. Lo straordinario gioco di luci della Fête des lumières di Lione ha maggiore impatto con una foto (o con un testo descrittivo) o con un video? Nella sezione di storia, se possiamo selezionare per il lettore dei filmati d’epoca e proporli sulla pagina con un QR Code non continuiamo a svolgere il nostro lavoro di selettori e organizzatori di informazioni?
La geolocalizzazione dei luoghi sul un PDF light è sicuramente al passo coi tempi più di una cartina staccabile, e così via.
Diversi editori hanno iniziato a utilizzare estensioni digitali, anche se, come per il settore della scolastica che è stato il primo, più per costrizione che per convinzione. E probabilmente, prima del fast forward prodotto dal Covid lo stesso lettore teneva separato carta e digitale.
Ma nell’attuale contemporaneità, in cui la curiosità suscitata dalla lettura di un libro o dalla visione di un film può essere immediatamente soddisfatta da una ricerca sullo smartphone, l’editore ha, a mio avviso ancor più di prima, una straordinaria opportunità per affermare il suo ruolo di manager dei contenuti, di filtro di autorevolezza, di capacità di organizzazione e visualizzazione dell’informazione, offrendo al lettore pane per i suoi denti – nutrimento per la sua curiosità e per il suo intelletto.
L’idea innovativa di Extended Book, oltre che la creazione di uno standard internazionale che aiuti a comunicare chiaramente all’acquirente di un libro la possibilità di andare oltre la lettura, è la creazione di un hub, sempre strettamente collegato al libro, dove chi ha amato il libro potrà trovare contenuti aggiuntivi, aggiornati nel corso del tempo, e addirittura proporne di propri.
Più di ogni altra merceologia, editoria è un settore di settori, dove ogni specifico ambito costituisce un mondo a sé con proprie regole e proprie modalità editoriali. Extended Book è uno standard declinabile in mille modi diversi, a seconda della tipologia di libro: una biografia o un saggio storico potranno contenere documenti filmati; un manuale di cucina ospitare le varianti alle ricette proposte dai lettori; un libro di musica proporre una playlist di brani; una guida, gli aggiornamenti dell’autore o degli stessi utenti – sempre col vaglio di editore e autore, che rimangono i garanti della qualità del contenuto.
Lanciato a marzo 2021 nell’ambito della Milano Digital Week, Extended Book (www.extendedbook.eu) è stato rapidamente adottato o è in via di adozione da parte di un numero crescente di editori italiani e stranieri.
Aprire questo nuovo fronte, nel quale la vita del libro va oltre la lettura (e oltre le assurde regole del mercato che tolgono visibilità e spazi alle novità dopo pochi mesi), una nuova piattaforma condivisa darà la possibilità di sviluppare nuovi servizi per gli editori e per i lettori, dai servizi di alert per essere avvisati dell’aggiunta di un contenuto, alla geolocalizzazione, per fornire contenuti in base alla posizione dell’utente.
Ma una volta stabilito il legame tra il prodotto fisico, nella sua bellezza estetica e staticità, con l’immaterialità e spazio infinito del digitale, infinite saranno le possibilità per gli amanti del libro – e per gli operatori del settore.