La Mediateca Montanari a Fano… come trasformare una città con la cultura!
di Valeria Patregnani
All’inizio ricordo un po’ di diffidenza: non si era proprio abituati all’idea che in una biblioteca i bambini potessero comportarsi da bambini e le persone sostassero semplicemente per caricare il cellulare o magari scaldarsi un po’ di fianco a chi legge. La città, dieci anni fa, come tante altre, era ferma all’idea di una biblioteca tradizionale, solo per studenti e studiosi, fatta di silenzio assoluto, divieti e qualche eccezione.
Oggi invece sembra non essere più così.
“Che cosa c’è di bello in biblioteca?” Per me era la domanda più gratificante che si poteva ascoltare prima che arrivasse questa pandemia. Pronto a una risposta soddisfacente, il richiedente era sempre sicuro di trovare qualcosa di interessante: una lettura ad alta voce, una presentazione, un laboratorio, un corso, un gruppo di cui approfittare per passare il tempo, una mostra; magari anche tutto questo insieme. Una panacea per le persone sole, ma anche una garanzia e, per qualcuno, un motivo di orgoglio. Sapere di avere vicina una biblioteca che, 365 giorni all’anno, propone programmi dedicati al tempo libero, alla crescita culturale e a sostenere i cittadini di tutte le età nella loro voglia e nel loro bisogno di miglioramento, è qualcosa che fa sentire speciale il luogo in cui si abita.
Nella mia graduatoria personale seguono, immediatamente dopo, almeno altre due domande per cui sussulto ogni volta che le sento pronunciare:
“Posso iscrivere in biblioteca mio figlio? Ha solo pochi mesi…” Musica pura: è il momento in cui si capisce che tutti quegli incontri ai corsi preparto e post parto portano dei gran bei frutti, in cui si pensa che il futuro potrà essere migliore, in cui si accoglie un piccolo lettore, ma contemporaneamente si stringe un patto con una famiglia che potrà proseguire per tutto il resto della loro vita.
E poi “Ho un’idea che vorrei condividere… possiamo parlarne?” Ecco l’ingresso diretto nei processi creativi della biblioteca, considerata un’opportunità, un’occasione per il fatto che riesce a concretizzare idee progettuali per e con la comunità. Associazioni, singoli, gruppi informali sanno che attraverso essa può crescere sul territorio una rete di nuove alleanze, si sperimenta, si innova e così riconoscono alla biblioteca il ruolo di vero e proprio laboratorio socio- culturale.
Ma non sono meno significative “Sono disponibili i giornali?”, “C’è un pc libero?”, “Sono arrivate le novità?”, “Vorrei iscrivermi alla biblioteca digitale, qualcuno mi può aiutare?”, “L’avete già mandata la lettera alle scuole?, “Dovrei fare il curriculum, ho un appuntamento con il servizio Dedalo”… Potrei continuare per pagine e pagine. Tutte queste richieste sono scintille, ciascuna di esse una nuova conversazione tra la città e la biblioteca, testimonianze di quanto un servizio di questo tipo sia necessario per soddisfare bisogni che non sono secondari ad altri.
La Mediateca Montanari, un servizio di biblioteca pubblica, nata da un ingente finanziamento privato, ha portato indubbiamente un grande cambiamento in città.
Anno dopo anno, sono nati gruppi di lettura per adulti e per bambini, gruppi di lettori volontari, un’associazione di amici della biblioteca: persone che si incontrano periodicamente alla Memo e che rappresentano la prima comunità di riferimento con cui progettare, condividere e confrontarsi.
Da subito ha cominciato il suo lavoro di contrasto ai pregiudizi e agli stereotipi creando connessioni, ponti, sapendo essere empatica, stringendo nuove alleanze, avviando nuovi dibattiti, incoraggiando tante realtà a prendersi il proprio spazio con progetti ambiziosi; non credo sia del tutto un caso che nel 2013 a Fano siano nati ben due grandi manifestazioni culturali, il Premio Letteraria e Passaggi Festival.
Nel 2017 un’altra tappa importante: Fano diventa Città che legge e, grazie alla sottoscrizione del Patto locale per la Lettura, da allora il Sistema Bibliotecario collabora sempre più con librerie, scuole e tutte le realtà che in città si occupano di libri e di lettura, partecipando, grazie al Patto, ai bandi del CEPELL che hanno finanziato i progetti “Crescere con le parole giuste” nel 2017-2018 e “Fano città che legge” nel 2018-2019.
La nascita della nuova biblioteca ha molto contribuito alla trasformazione della città, a renderla più accogliente, più europea, più desiderosa di scambi e confronto, completando l’offerta di servizi che producono benessere. In molti ora fanno riferimento a un “prima della Memo” e a un “dopo la Memo”: identificata come garante di diritti e di emancipazione, punto di riferimento per tutti coloro che vogliono continuare a sapere, conoscere, documentarsi, studiare, ampliare i propri orizzonti attraverso la lettura, la Memo è diventata una componente fondamentale e identitaria della città.
Oggi mancano quelle giornate caotiche, piene di voci e volti che uno dopo l’altro incontravi in biblioteca. Gente che entrava e usciva come da casa loro sapendo di avere lì uno spazio da condividere con tanti altri, in cui i lettori dei quotidiani, amanti del silenzio, hanno imparato che in biblioteca è bello sentire anche le grida dei bambini.
Ora ci misuriamo con una pandemia: le presentazioni si sono trasferite online, gli incontri con le classi e le mamme in attesa si fanno a distanza, i prestiti in digitale grazie a MLOL o nei punti di ritiro presso librerie, farmacie e supermercati, si sono aggiunti percorsi di educazione civica digitale e si prova ad animare i canali social con challenge letterarie e poetiche.
Il servizio non si è mai fermato e approfitta delle nuove occasioni che la rete mette a disposizione. Così per questo 23 aprile, Giornata mondiale del libro promossa dall’UNESCO, la Memo aderisce al #letturaday promosso dall’ADEI, Associazione degli Editori Indipendenti, avviando una serie di letture online e in presenza fino a settembre e ospiterà ben due appuntamenti sulla sua pagina Facebook:
alle 17:00 la Fondazione Treccani Cultura, presenta “LIBRO” un evento speciale dedicato alle nuove forme del libro e alle prospettive della nuova editoria con Angelo Piero Cappello (Direttore del Centro per il Libro e la Lettura), Maura Sassara (Fondatrice di Exòrma Edizioni), Giovanni Solimine (Sapienza Università di Roma);
mentre alle 19:00 Passaggi Festival, a due giorni dalla Festa della Liberazione, presenta il libro “Anche i partigiani però…” (Editori Laterza) con l’autrice Chiara Colombini intervistata da Marino Sinibaldi, presidente Centro per il libro e la lettura.
Insomma continuiamo ad essere iperattivi e a non voler lasciare soli i nostri cittadini.
Oggi ogni cittadino a Fano sa di avere un’altra casa oltre la propria: al centro della città, di facile accesso, bella, accogliente e comoda, capace di ospitare tutti, di rinnovarsi e adattarsi alle situazioni più difficili pur di continuare ad assolvere al suo compito di garante dei diritti, dove non viene chiesto uno status di appartenenza per entrare, ma che semmai ne offre uno a coloro che ne fossero in cerca.
Per saperne di più:
https://sistemabibliotecariofano.it