Curiosità

Strega 2021: sette scrittrici per i 75 anni del Premio

Una danza selvaggia, un rituale augurale, un sabba moderno fatto da streghe contemporanee che si battono per i loro diritti e per la loro condizione. Un manifesto dinamico e colorato che vuole celebrare con una ventata d’aria fresca i settantacinque anni del Premio Strega”, così si esprime Lorenzo Mattotti, autore del manifesto dell’edizione 2021 del Premio Strega, il più importante riconoscimento letterario italiano.

Non potrebbe essere manifesto più azzeccato, tanto che in questa edizione fra i 12 candidati al Premio, è evidente la presenza di 7 scrittrici (contro le 3 dello scorso anno): Edith Bruck, Maria Grazia Calandrone, Giulia Caminito, Teresa Ciabatti, Donatella Di Pietrantonio, Lisa Ginzburg, Alice Urciuolo.

Novelle streghe che richiamano alla memoria le incantatrici per eccellenza della letteratura classica, Circe e Medea, rese celebri dalla penna di diversi autori latini e greci.

Due donne forti e potenti, intelligenti e libere che hanno molto in comune fra loro e magari anche con le nostre autrici finaliste che ci raccontano di madri coraggio, di figlie ribelli, di sorelle in fuga, perfino di una storia di femminicidio.

Non sono fautrice tout court, della letteratura al femminile, ammesso che possa essere catalogata come genere, e a parte il romanzo rosa o sentimentale scritti in forma di diario e autobiografia riconosciuti invece come tale, penso che ogni opera letteraria debba essere letta, valutata e/o criticata per l’intensità e l’autenticità della storia, per la fantasia e il linguaggio con cui è scritta. Per la forma e lo stile.

Non sempre è così. Dunque apprezzo enormemente la presenza delle sette donne finaliste e sono tout court di parte e certa dell’importanza di una selezione puntuale e accurata; tra i 62 partecipanti proposti dagli Amici della domenica, tra l’altro, almeno altri 16 sono i libri di scrittrici.

I Premi Strega vinti dal 1957: Elsa Morante, Natalia Ginzburg, Anna Maria Ortese, Lalla Romano, Fausta Cialente, Maria Bellonci, Maria Teresa Di Lascia, Dacia Maraini, Margaret Mazzantini, Melania Mazzucco, Elena Janeczek.

In 75 anni solo 11 vincitrici; a conferma, sul fronte mondiale del Nobel per la Letteratura, l’unica italiana vincitrice è Grazia Deledda nel 1926, in pieno regime fascista.

Forse che la scrittura delle donne è considerata meno autorevole di quella degli uomini? forse che ancora alle scrittrici è riservata una zona residuale, una sorta di personaggio secondario o un lavoro fatto a tempo perso? forse che la disparità di attenzione fra scrittori e scrittrici è ancora grande?

Andiamo con ordine, intanto sette scrittrici e cinque scrittori, a colmare il gap della disparità di attenzione.

Inoltre i 12 libri selezionati in questa edizione hanno un filo comune “…raccontano storie legate al vissuto personale dell’autrice o dell’autore, al suo mondo privato e prossimo (amici, parenti, conoscenti), e alla geografia locale, provinciale, talvolta rionale…” scrive Melania Mazzucco, presidente del comitato direttivo, “…sono storie di famiglie nelle quali dominano le figure delle madri e delle sorelle, mentre i padri sono quasi assenti, sgraditi, superflui o silenziati. Sono storie di bambine senza infanzia, adolescenti solitarie o emarginate, sono storie domestiche, nelle quali la casa – abitata, posseduta, perduta, occupata, infestata di oggetti – diventa personaggio”.

Tante storie “al femminile”, dunque, nei dodici libri candidati alla cinquina:

  • Andrea Bajani, «Il libro delle case», Giangiacomo Feltrinelli Editore
  • Edith Bruck, «Il pane perduto», La nave di Teseo
  • Maria Grazia Calandrone, «Splendi come vita», Ponte alle Grazie
  • Giulia Caminito, «L’acqua del lago non è mai dolce», Bompiani
  • Teresa Ciabatti, «Sembrava bellezza», Libri Mondadori
  • Donatella Di Pietrantonio, «Borgo Sud», Einaudi editore
  • Lisa Ginzburg, «Cara pace», Ponte alle Grazie
  • Giulio Mozzi, «Le ripetizioni», Marsilio
  • Daniele Petruccioli, «La casa delle madri», TerraRossa Edizioni
  • Emanuele Trevi, «Due vite”, Neri Pozza
  • Alice Urciuolo, «Adorazione», 66thand2nd
  • Roberto Venturini, «L’anno in cui a Roma fu due volte Natale», SEM Società Editrice Milanese.

Sottolineo, così tanto per distogliere l’attenzione e sottrarre un pizzico di potere ai grandi e medi editori, la piacevole presenza di due case editrici indipendenti, per la prima volta TerraRossa edizioni nata nel 2017 con la responsabilità di Giovanni Turi e 66thand2nd fondata da Isabella Ferretti con Tomaso Cenci.

Ai lettori e alle lettrici non resta che leggere e compiere una difficile scelta per i forti contenuti che accomunano tutti i libri; dal canto mio voglio sperare nella vittoria di un’altra strega. La cinquina sarà votata il 10 giugno. Il vincitore o la vincitrice sarà proclamata l’8 luglio.

La giuria è composta da 660 aventi diritto. Ai voti degli Amici della Domenica si aggiungono quelli espressi da studiosi, traduttori e appassionati della lingua e letteratura italiana selezionati dagli Istituti italiani di cultura all’estero, quelli dei lettori forti scelti da librerie indipendenti distribuite in tutta Italia, dei voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra i quali i circoli di lettura delle Biblioteche di Roma.

 Il Premio Strega è promosso da Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e Liquore Strega con il contributo di Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca e con IBS.it, sponsor tecnico.

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